Completa il nostro giro alla scoperta dei buoni formaggi bellunesi una sosta presso una delle tante malghe dell’Agordino, territorio compreso tra la Marmolada, le Pale di San Martino e il gruppo del Civetta Moiazza dove Slow Food ha individuato un formaggio degno di particolare cura e attenzione: il Formaggio agordino di malga. Esso infatti è stato inserito nell’elenco delle produzioni da tutelare e da sostenere attraverso i Presìdi.
Tra le famose cime l’alpeggio oggi è praticato in maniera intensiva e questo fatto garantisce una continuità produttiva e una qualità che rendono questo formaggio inconfondibile. Le vacche Brune e le Pezzate Rosse trovano negli alti pascoli una gran varietà di erbe e fiori che si ritrovano poi nel formaggio sotto forma di gusti e aromi di grande pregio. La sua commercializzazione è tutta affidata ai malghesi sia nel periodo dell’alpeggio, quando è ancora fresco, sia a valle dove maturando assume gusti più intensi fino alla stagionatura più spinta quando si sposa egregiamente con la polenta abbrustolita, attorno al focolare, con un buon bicchiere di rosso e chiacchiere.
Ha forma cilindrica, scalzo leggermente convesso di 5-8 cm, diametro di 25-35 cm e dal peso di 3-4 Kg. Pasta compatta, friabile in stagionatura avanzata, colore variabile dal giallo paglierino al giallo intenso, occhiatura presente e spesso irregolare. La crosta è irregolare con colorazione variabile. Il sapore è pieno e marcato, intenso da maturo, a volte con retrogusto di fumo.